Alsazia – LÀ DOVE TORNANO LE CICOGNE
“I bambini arrivano con le cicogne”
Narra un’antica leggenda alsaziana “Trasportati in un fagotto nel becco. Questi grandi uccelli depositano i neonati nelle culle attraverso i camini, prendendo sui davanzali delle finestre gli zuccherini lasciati per loro dai futuri genitori”.
Questa nota leggenda si basa, in realtà, su un piccolo equivoco. Infatti, in passato, quando in Alsazia nasceva un bambino, si accendeva il camino per più ore durante la giornata, e gli eleganti volatili, che in primavera tornavano in Europa dai paesi africani, approfittavano del tepore in uscita dal comignolo per fare il nido.
Non erano quindi le cicogne a portare i bambini, ma al contrario erano questi ad attirarle con il calore che regnava nella loro casa.
Gli alsaziani hanno sempre considerato le cicogne portatrici di fortuna e le hanno scelte come simbolo della loro regione: ovunque i prodotti caratteristici, in particolare le ceramiche, i pizzi, le tovaglie, le stoffe e i peluche che ritraggono questi grandi uccelli.
TERRA DI CONFINE E DI DIVERSITÀ
Incantevoli paesaggi e rilassanti vedute, coloratissimi borghi di case a graticcio, ma anche raffinate cittadine con eleganti palazzi art noveau e preziosi angoli di cultura dove sono custodite veri e propri tesori dell’arte attraggono visitatori con interessi molto diversi in questa terra ai confini tra la Svizzera e la Germania della Foresta Nera, lungamente contesa nei secoli e ufficialmente Francese solo con il trattato di Versailles (1919).
LA ROUTE DES VINS
Decidiamo di percorrere questo incantevole angolo francese attraverso la Route des vins: la più antica via alsaziana che collega Strasburgo a Colmar, i capoluoghi dei due distretti, Alto Reno e Basso Reno, attraverso suggestivi paesi di poche anime e tante casette colorate, tra chilometri di nobili vitigni che si perdono in dolci orizzonti, mentre il fascino della luce in certe ore della giornata fa quasi brillare quei grappoli d’uva da cui si producono vini pregiati. Qualche ciclista si inoltra nelle vie sterrate che si inerpicano tra i vigneti, vere e proprie piste ciclabili che congiungono le varie località, dove gli unici incontri sono gli agricoltori al lavoro sui loro trattori e grandi crocifissi di legno, messi in segno di devozione ai lati dei filari e forse in auspicio di un buon raccolto. Ovunque cantine vinicole accolgono i visitatori per la degustazione e la vendita dei vini tipici.
STRASBURGO – MODERNITÀ E TRADIZIONE
“A Strasburgo l’occhio non si annoia mai”, ripete la guida che ci fa da cicerone durante la navigazione sul Batorama, una sorta di chiatta piena di turisti che si aggira nei canali della città, attraversando antiche chiuse che ne compensano i vari dislivelli.
Raggiungiamo la Petite France, il pittoresco quartiere un tempo sede dei conciatori di pelli con le caratteristiche case a graticcio, gli antichi mulini e i Ponts Couverts (ponti coperti), dominati da quattro torri del sec. XIII e originariamente dotati di coperture, continuando lungo sponde su cui eleganti palazzi, dimore di personaggi influenti, ci rimandano ad antichi splendori, ma anche alla storia non poco travagliata di questa regione, ambita e colonizzata più volte nei secoli.
Accanto a questa atmosfera legata alla tradizione, la città rivela il suo aspetto cosmopolita nel modernissimo quartiere sede del Parlamento Europeo, del Consiglio d’Europa e della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, organizzazioni che ospita in strutture futuristiche di vetro.
Continuiamo a piedi sulla Grande Ile, l’isola che delimita il cuore della città antica, circoscritta dal fiume Ill e dichiarata Patrimonio mondiale dell’Unesco, formata da un reticolo di piccole strade (Strasburgo significa infatti “incrocio di vie”) e romantici canali su cui si affacciano le pittoresche case coi tetti a spiovente e dalla caratteristica architettura à colombages, le tipiche pareti a graticcio, con il telaio in legno a vista.
Curiosità – In passato queste abitazioni avevano le boutiques al piano terra e venivano dipinte seguendo il tipo di negozio che ospitavano, così da poter essere facilmente distinte.
LA CATTEDRALE DI NOTRE DAME
Toglie il fiato la vista dell’immensa cattedrale.
Il sole picchia sulla pietra arenaria dei Vosgi che colora di rosso l’imponente facciata di Notre Dame. Figure scolpite affondano le radici in storie di fede e mitologia e un cane, seduto su uno dei contrafforti, fa la guardia da più di mille anni sulla piazza principale di Strasburgo.
“Prodigio di leggiadria e bellezza“, secondo Victor Ugo, questo gioiello di pizzi di pietra che culminano a 142 metri di altezza, ha mantenuto il primato di edificio più elevato della cristianità fino al secolo XIX. Saliamo attraverso una stretta scala a chiocciola fino alla sua sommità, dove una terrazza panoramica con al centro un’enorme rosa dei venti che indica la posizione dei monti Vosgi offre uno straordinario skyline della città. Le case appaiono piccole e in file ordinate, come in un grande gioco del Monopoli.
SI DICE CHE:
– porti fortuna mettere una monetina sulla corona di un re a cavallo raffigurato in una statua visibile scendendo le scale (ma attenzione a non sporgersi troppo!);
– la Madonna, alla quale è dedicata la cattedrale, abbia fatto un patto coi fulmini, perché l’altissima guglia non è mai stata danneggiata da una saetta;
– il diavolo sia imprigionato in una colonna all’interno della chiesa.
L’OROLOGIO ASTRONOMICO – Venditori di libri e souvenir all’interno della cattedrale espongono accanto al famoso orologio astronomico. “Dovete venire alle 12.30”, ci dicono, “C’è la sfilata degli Apostoli”. Quel fantastico gioiello del Rinascimento, infatti, una volta al giorno mette in moto tutti i suoi meccanismi facendo sfilare le statue degli Apostoli davanti a Cristo.
Noi siamo arrivati “fuori orario” e non ci resta che assistere ai rintocchi della morte che, per non dimenticare, batte ogni 15 minuti…
Usciamo quindi sulla piazza, colma di turisti ed artisti di strada, e dopo aver ammirato la casa più bella di Strasburgo, la Maison Kammerzell, con la facciata in legno finemente decorata, ci rimettiamo in viaggio.
VERSO SUD
Proseguiamo verso il dipartimento del Basso Reno, raggiungendo il Parco Naturale Regionale dei Ballons des Vosges e subito sulle colline ci attira la silhouette di numerosi castelli che sovrastano maestosamente la pianura alsaziana, la regione più ricca d’Europa quanto a concentrazione di castelli feudali. Una strada tra fitti boschi di querce, faggi e abeti ci conduce al bellissimo Castello dell’Haut Koenigsbourg, uno dei monumenti più visitati di Francia, costruito nel XII secolo per controllare la regione del vino e scenografia, nel 1936, del film La grande illusione di Jean Renoir.
LA ROUTE D35 – LA STRADA DEI VILLAGGI FIORITI
Rappel! (ricordatevi!): imboccate la Route D35 e non lasciatela mai! Vi condurrà, attraversando distese di vigneti a ridosso delle colline, ad una serie di pittoreschi borghi che meritano davvero una sosta e agglomerati di casette colorate che ricordano una pasticceria che vende macarons. Nuvole di fiori compaiono all’ingresso di ogni centro abitato: i villaggi fioriti, come è scritto sui cartelli stradali, anch’essi, sommersi, insieme a lampioni e guardrail, da una stupefacente abbondanza floreale. Bergheim, Riquewihr, Turckheim, Eguisheim: paesini dove sembra che il tempo si sia fermato nel lontano Medioevo, vicoli che si aprono a sorpresa su piazzette rinascimentali e mura di cinta con magnifiche porte di accesso sormontate da torrioni fiabeschi, che hanno ispirato i disegnatori della Walt Disney nel film “La bella e la bestia”.
“Questo è il villaggio preferito dai francesi!”, mi dice con orgoglio un venditore di ceramiche in un vicolo nascosto di Kaysersberg, mentre non resisto all’acquisto di alcune tazze e ciotoline con cicogne dipinte a mano; “è scritto anche su quella targa”, continua, indicandomi un cartello sul ponte lungo la strada principale. In effetti questo delizioso paesino, tappa anche del Cammino di Santiago de Compostela, conserva il fascino pittoresco e lo charme di altri tempi, e mentre penso a questa cosa, rimango incantata dalla vista di un’enorme cicogna in vedetta solitaria sulla cima di un camino.
COLMAR – LA PICCOLA VENEZIA
Un’incantevole cittadina che sembra uscita da un libro dei fratelli Grimm. Ogni tonalità possibile si alterna alle travi a vista delle case con cuori appesi ovunque. Ceramiche, fois gras e pain d’epis sono venduti ad ogni passo negli stretti vicoli su cui si affacciano meravigliose abitazioni piene di fiori e di decorazioni: pupazzi di ogni genere, cicogne di legno e cartapesta sui davanzali, pentole, macchinine e pure un cavallo a dondolo…! Più che nella piccola Venezia, come è soprannominata Colmar, sembra di essere nel paese dei balocchi!
Un ragazzo che distribuisce volantini ci propone una gita in barca nella Petite Venise, l’antico quartiere dei pescatori: “Bien sur!” rispondo. La navigazione tra i canali insieme a cigni e papere residenti è davvero piacevole e diventa divertentissima quando, per passare sotto i ponti incredibilmente bassi, siamo costretti ad accovacciarci per salvare la testa!
Uno spuntino veloce alle bancarelle del Marché couvert, il mercato coperto, piene di specialità tipiche, e continuamo a piedi fino alla Rue des Marchands, ammirando le bellissime insegne in ferro delle boutiques e le decorazioni che adornano le dimore storiche, come la Maison Pfister e, a poca distanza, la famosa Maison des Têtes, con ben 106 teste scolpite su tutta la facciata dell’edificio, oggi sede di un elegante hotel a cinque stelle.
Un pupazzo a forma di cicogna esposto in un negozio di souvenir, ruba ai turisti qualche risata, ripetendo qualsiasi suono gli arrivi, mentre un giovane violinista regala ai passanti l’armonia della sua musica, sperando in qualche meritata monetina, accanto ai portici della Vecchia Dogana, l’edificio più antico di Colmar (1480), con il tetto ricoperto di maioliche colorate come la Collegiata di San Martino, importante luogo di culto realizzato in pietra arenaria dei Vosgi, come la Cattedrale di Strasburgo, a partire dal 1237.
Roccaforte della musica classica, grazie al festival internazionale che ospita ogni anno, Colmar non delude gli amanti della cultura in quanto a musei: il Museo d’Unterlinden, situato all’interno di un ex convento di monache dominicane del XIII secolo, è considerato tra i più importanti della Francia, con le sue opere di valore inestimabile, come la Pala d’Altare di Issenheim, uno dei capolavori dell’arte religiosa occidentale, realizzata tra il 1512 e il 1516 dal pittore tedesco Matthias Grünewald.
Curiosità – Colmar è la città natale di Frédéric-Auguste Bartholdi, l’autore della Statua della Libertà di New York: è possibile far visita alla sua casa museo e addirittura trovarsi davanti ad una riproduzione della famosa statua nei pressi dell’areoporto.
L’ALSAZIA A TAVOLA
I VINI – Si dice che l’uva sia l’oro dell’Alsazia, la regione francese più celebre al mondo per i vini bianchi. Le fertili terre bagnate dal fiume Reno, ricche di pregiati vigneti, coltivati fin dal tempo di Giulio Cesare, producono infatti vini di fama mondiale. Le etichette dei vini Alsaziani riportano il nome dell’uva con cui sono stati prodotti, a differenza di altre regioni francesi in cui viene indicato solo il luogo di provenienza. Solo quattro vitigni nobili possono fregiarsi della denominazione Alsace Grand Cru: Riesling, Gewürztraminer, Pinot grigio e Moscato d’Alsazia, degustabili ovunque: direttamente nelle cantine, nei ristoranti, o nelle winestube, precursori di wine bar e osterie, ove, sui tipici tavoli in legno, coperti da tovaglie a quadretti rossi, è possibile assaggiare i piatti tradizionali, legati alla cultura tedesca, anche nei nomi, talvolta adattati in francese.
LA BIRRA – L’Alsazia è la prima produttrice di birra in Francia. La fabbrica di birra Fischer è originaria di Strasburgo, ma è soprattutto il marchio Kronenburg, la principale azienda di birra alsaziana, che ha preso il nome da dalla città che la ospita, nota come il primo birrificio a fare pubblicità ai suoi prodotti.
LA GASTRONOMIA – La gastronomia alsaziana è un mix tra la cucina francese e tedesca, dove i piatti più rinomati sono prevalentemente a base di carne e verdure, come la choucroute, piatto a base di cavolo, con diversi tipi di salsiccia (tra cui quella di Strasburgo), lardo affumicato e patate, da abbinare ad un buon bicchiere di Riesling. Il fois grais (patè) è la più raffinata specialità regionale, da gustare con il pain d’épices (pane speziato). Tra i prodotti da forno, spicca sicuramente la prelibata tarte flambée, con varie farciture, che ricorda le nostre pizze. Difficile trattenersi dall’assaggiare il dolce tipico: Kouglof, deliziosa brioche con uvetta e i bretzel, piccoli biscotti croccanti che nel periodo natalizio si appendono ai rami di abete, e abitualmente vengono accompagnati alla birra in ogni aperitivo che si rispetti.
IL MERCATINO DI NATALE PIÙ ANTICO D’EUROPA
In Alsazia la tradizione dei Mercatini di Natale affonda le radici nella notte dei tempi, tanto che Strasburgo detiene il primato di mercatino di Natale più antico d’Europa, mentre la città di Colmar gode di un valore aggiunto unico al mondo: la fama delle sue luminarie.
Curiosità – Secondo alcune fonti , nel pittoresco villaggio di Eguisheim, sarebbe nato l’albero di Natale, inizialmente addobbato con rose di carta, mele, zucchero e oggetti vari.
NON TUTTI SANNO CHE…
Da secoli le cicogne popolano L’Alsazia, tanto da essere considerate una sorta di mascotte. Le cicogne bianche, portatrici di pace, dopo aver passato l’inverno in Africa, vanno in quella regione per trascorrere i mesi caldi, scegliendo di fare sui campanili delle chiese, sulle torri e sui tetti delle case i loro nidi, che ogni anno questi uccelli ingrandiscono.
Gli Alsaziani danno loro una mano, montando sui tetti apposite piattaforme per rendere più agevole la costruzione dei nidi. I comignoli forniscono due vantaggi: non solo presentano una superficie piuttosto larga su cui poggiare i rami intrecciati, ma sono anche fonte di riscaldamento.
Da agosto a settembre vengono alla luce i piccoli che in poco tempo sono già pronti per la loro prima migrazione verso sud con gli esemplari adulti, attraverso il Bosforo fino alla Africa occidentale. Le giovani cicogne rimangono lì per tre anni e ritornano nella loro regione d’origine quando sono sessualmente mature, mentre le cicogne adulte tornano ogni primavera.
Le cicogne sono monogame e vivono in media dai 20 ai 30 anni.
Nel medioevo l’Alsazia era conosciuta come la terra delle cicogne, e il loro arrivo in primavera era considerato simbolo di fertilità e di buon auspicio per i raccolti. Ma col passare dei secoli, il numero di questi uccelli si è drasticamente ridotto, fino a rischiare l’estinzione a causa dei cambiamenti ambientali attuati dall’uomo e quando ne rimasero poco più che un paio di coppie, gli Alsaziani decisero di attuare un ripopolamento. Da qui la nascita di un centro di riproduzione e reintroduzione nel paese di Hunawihr, in cui questi grandi uccelli nascono, rimangono per tre anni in aree chiuse perdendo così il loro istinto migratorio, poi vengono lasciati libere e possono così scegliere di rimanere nel parco o di trasferirsi.
Nella maggior parte dei casi, le cicogne rimangono o tornano nel parco e questo ha fatto sì che arrivassero ad un numero tale da garantire la riproduzione della specie.
MULHOUSE – LA CITTÀ DELL’AUTOMOBILE
“Credo che oggi l’automobile sia l’equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una creazione dell’epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico”. (Roland Barthes)
Il più importante museo automobilistico del mondo. La storia delle quattroruote dalle origini ad oggi presentata attraverso l’esposizione di oltre 400 vetture della collezione dei fratelli Schlumpf, facoltosi industriali tessili andati in rovina a causa della loro passione per il collezionismo di veicoli storici. I marchi più prestigioosi di ogni epoca sono esposti in sale divise a tema: l’avventura dell’automobile (dal 1878 ai giorni nostri), le corse automobilistiche (modelli sportivi straordinari su una pista di Formula 1) e i capolavori (le auto più lussuose degli anni ’30), fra cui le magnifiche Bugatti Royales del 1936 costruite da Ettore e Jean Bugatti.
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QUANDO ANDARE IN ALSAZIA
Qualsiasi stagione dell’anno è ottima per scoprire l’Alsazia. Qui il risveglio della natura viene festeggiato in grande stile: mercatini di fiori, ponticelli decorati con uova dipinte, incantevoli cascate di gerani su ogni finestra o balcone di questi luoghi rimasti autentici nel tempo. Chi viaggia in autunno attraverso la famosissima Route des Vins, rimarrà stupito dal susseguirsi dei vigneti carichi di colori e di uve sublimi, tra le più aromatiche al mondo, per etichette eleganti. Chi viaggia in inverno sarà rapito dai profumi di anice e cannella dei magnifici mercatini di Natale e dalle decorazioni natalizie che lasciano davvero a bocca aperta i visitatori.
E se un vento propizio vi condurrà tra gli angoli di questa regione, ricordatevi di guardare sui tetti: coppie di cicogne con le piume al vento nei loro enormi nidi vi faranno respirare l’atmosfera fiabesca di questo incredibile angolo di Francia.
Testo – Scilla Nascimbene –
Foto – Matteo Marinelli & Scilla Nascimbene –
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