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VOLA COME UNA FARFALLA, RUGGISCI COME UNA PANTERA.

Durante questa forzata quarantena abbiamo avuto un’idea di intrattenimento. Pubblicheremo cinque episodi. Ognuno sarà legato a un’auto storica che, a suo modo, è stata protagonista della storia dell’automobilismo. In questo episodio vi parliamo della bellissima e controversa De Tomaso Pantera. Chi tra di voi è appassionato può solo esclamare un ohhh con tanto di lacrimuccia, per tutti gli altri ci sembra un buon motivo per allenare le labbra per un futuro ohhh di sorpresa.

De Tomaso Pantera – © R.T. EARTH

Lo scorso anno siamo stati ospiti della 24ª edizione della famosa Silver Flag, la gara di auto storiche che ha avuto luogo a Castell’Arquato. Siamo ben oltre la competizione automobilistica di vecchie glorie. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto. Noi abbiamo il cuore grosso e qui ci siamo innamorati della De Tomaso Pantera. L’abbiamo guardata, corteggiata e fotografata, come faremmo con un’amica della quale siamo segretamente innamorati, cercando da lei qualcosa di più, molto di più.

La storia.

Siamo nel 1969. Un anno ricco di avvenimenti importanti. L’astronauta Neil Armstrong è il possessore del primo piede a toccare il suolo lunare. Gli eccessi della cultura Hippie raggiungono l’apice con uno dei più importanti eventi della storia della musica: il festival di Woodstock. Nei cinema di tutto il mondo esce Easy Rider e negli Stati Uniti, da oltre un decennio affetti dalla febbre anticomunista, milioni di persone sfilano per manifestare contro la guerra in Vietnam nel famoso Moratorium Day.

Nello stesso anno la Ford, intenzionata a contrastare la fama della Chevrolet Corvette, decide di affidare a un’azienda italiana la realizzazione di un nuovo e ambizioso progetto. La costruzione di un veicolo che dovrà avere un’eccellente rapporto prezzo/prestazioni per concorrere con la regina del mercato del momento. Il tutto senza trascurare le caratteristiche delle auto americane, la potenza e i muscoli. Insomma
una classica american supercar.

Siamo a pochi chilometri da Maranello e per Ford, già fornitrice dell’azienda De Tomaso, la scelta di affidargli la realizzazione del progetto viene naturale. Il fine è anche quello di assecondare l’intenzione di dare un tocco “esotico” al progetto. L’idea è di realizzare un’auto dalle forme più estreme, ma con un costo più contenuto rispetto alle concorrenti, la Ferrari Dino, la Corvette, appunto, oltre a creare una fuoriserie che possa affiancare la Shelby Cobra.
Nasce così l’auto che sarà dal 1971 al 1991 il simbolo della Casa modenese, la De Tomaso Pantera.

Il V8 5.8 351 Cleveland.

Sotto il cofano della “Pantera” ruggisce il potente motore V8 5.8 351 Cleveland che eroga la bellezza di 330 cv arrivato per l’occasione direttamente da Ford Usa. Lo stesso motore utilizzato dalla Shelby. Velocità massima 250 km/h e uno scatto da 0 a 100 in 5,6 secondi. Bene, fin qui tutto bene. Purtroppo dopo l’uscita della prima serie iniziano i problemi. L’auto mostra i primi difetti di fabbricazione. Per poter mantenere un prezzo competitivo e sgomitare sul mercato i materiali utilizzati hanno scarsi standard di qualità.
Addirittura alcuni clienti lamentano il formarsi di ruggine sulla carrozzeria. È il momento di intervenire per non far morire il progetto già dopo pochi mesi dalla nascita. Ford decide di aumentare immediatamente il livello qualitativo e la consistenza dei materiali. A questo punto si tratta anche di non perdere la faccia. Così l’anno successivo nasce la Pantera Lusso per risolvere i difetti mostrati dalla sorella maggiore. Nonostante questo upgrade di pregio dei componenti l’auto continua a non rispecchiare i programmi di vendita fissati da Ford. Così nel 1974 la stessa Ford decide di mollare il progetto.

La storia continua.

La De Tomaso decide di proseguire la produzione fino al 1991, anche se senza mai raggiungere buoni livelli di vendita, riscontrando anzi ogni anno un calo degli ordini. Lo sappiamo, al cuore non si comanda e a noi
piacciono le storie d’amore, anche se, come in questo caso senza lieto fine.

Lo storico marchio italiano nel 2015 viene ceduto all’azienda cinese Ideal per poco più di un milione di euro. Dalla Cina, dopo un silenzio durato quattro anni, lo scorso anno viene presentato un nuovo prototipo. Oggi
per acquistare una De Tomaso Pantera in discrete condizioni ci vogliono circa 100.000 euro. Ma questa è un’altra storia che a noi romantici piace meno, molto meno.

Se vi è piaciuto l’articolo condividetelo. Appuntamento alla prossima settimana con il secondo episodio dedicato alla Ferrari 308 GTS. L’auto guidata da Magnum P.I. nel famoso telefilm. Pronti a farvi ricrescere i baffi?

Testo di: Gianluca Vittori

Foto: ©Matteo Marinelli

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