Dayafter

DELTA CONNECTION.

Immagina di ansimare. E di pensare inizialmente di essere perfettamente in grado di controllarlo.
Senti il respiro balbettare e bloccarsi nell’esofago. Gli occhi sono aperti a tal punto che hai i bulbi fuori orbita. Passa un minuto e sei ancora convinto di controllarlo, ma meno. Hai le mani sudate che lasciano la scia sul volante. Finalmente ti accorgi che il battito del cuore aumenta in disaccordo con
il tuo ansimare. Ora, immagina di essere nel solido abitacolo di una Lancia Delta integrale HF (High Fidelity). Stringi i pugni sul volante, sei teso. Stai per vivere una delle più coinvolgenti avventure alla guida.

Ma non sei ancora pronto. Devi uscire dall’abitacolo e continuare a leggere. Non puoi leggere mentre guidi. Ci tornerai dopo, il tuo viaggio è appena iniziato. Ma prima, il “tu” guidatore dagli occhi appallati, deve lasciare lo spazio al “tu” lettore e creare una connessione. Hai bisogno di conoscere il mezzo su cui non vedi l’ora di tornare. Devi conoscerne la storia, la vita, fino quasi a sentire l’odore dell’asfalto che brucia attraverso il tuo smartphone da dove stai leggendo questo articolo.

Tranquillo, non sarà come tornare tra gli scomodi e legnosi banchi di scuola. Piuttosto come quando prima di conoscere la futura partner devi uscirci almeno tre volte. Bisogna instaurare fiducia tra te e la supersonica velocità della Delta.
Non ho usato a caso il termine “supersonica”. Delta nel gergo dell’aeronautica intende proprio quella particolare folle capacità di superare la velocità del suono. Rispondi dopo al messaggio che è arrivato, non distrarti, alla fine ti rimetterò al posto di guida.

Stabilimento di Chivasso. Squadra corse Lancia, prima metà degli anni ’80. Pronto? È il momento di trasformare la berlina in sportiva. Cosa? ma ci vorrebbe un miracolo! Dall’altra parte della cornetta: fatelo.
E il miracolo avvenne. Nel 1987 venne presentata al salone di Francoforte la prima evoluzione della Delta HF 4wd, quella che comunemente venne battezzata Lancia Delta integrale HF.

L’auto si presentava rinnovata sia esternamente che internamente. I parafanghi allargati, nuovi disegni per paraurti e minigonne. Prese d’aria anteriori e sul cofano motore rinnovate e cerchi da 15, al posto dei 14. L’upgrade riguardò anche le sospensioni e l’impianto frenante, oltre che una rinnovata gestione elettronica. Il motore da 1995 cm cubici già turbocompresso e dotato di intercooler passò da 165 a 185 CV grazie all’innesto della turbina Garrett T3.

Nasceva così l’icona, la leggendaria “rally queen”, in grado di vincere ben 6 titoli mondiali consecutivi, con 35 vittorie e 96 podi totali.

Orai puoi ritenerti più o meno pronto. Lo sportello è aperto. Dalle casse risuonano le stagioni di Vivaldi. Sta per arrivare l’assolo di violino che ti strapperà dal volto ogni preoccupazione. Ti siedi, pronto per la tua esperienza di guida a bordo della HF integrale. Accensione, deglutisci. Ingrani la prima, deglutisci. Entra il violino, lo senti? Senti di aver stabilito una connessione con la Delta.
Schiacci il pedale, sei partito. Il motore ha il suono di uno sciame di api che ti attacca.

Alla partenza il circuito Tazio Nuvolari prevede un centinaio di metri di rettilineo. La senti l’auto?
Tiri la terza così a lungo che il tempo non è più un’unità di misura. Continui a schiacciare in preda a un febbrile stato di onnipotenza. Nel motore c’è in corso la battaglia dello sbarco in Normandia. La curva, arrivi alla prima curva. Il violino ti sta sbattendo nella testa.

La tua mente è in fase limitless, le sinapsi comunicano tra loro a ritmo supersonico. Riesci a percepire in anticipo ogni segnale dell’auto, della pista. Scali le marce, c’è una tigre che sta per schizzare fuori dal cofano. Il pedale è un’estensione del tuo piede. La curva ti arriva addosso come se te la stessero tirando in faccia. Braccia tese, sei pronto. Dai uno strappo e la sterzata a destra è rapida e secca come un colpo di katana. Il sangue ribolle, il violino ormai lo senti suonare dentro il petto.
Riaddrizzi le braccia di scatto, l’auto scoda e stride. Si riallinea, come volevi tu. Hai il pieno controllo. Infili una curva dietro l’altra. Alla fine del giro hai la schiena bagnata e un sorriso da cappellaio matto. Mi guardi, ora tocca a te, dici. Mi chiedi, è il tuo turno, sei pronto?

Mi siedo cautamente e provo una sensazione di vertigini. Sento il motore acceso e caldo che strattona l’asfalto. Non so se sono pronto, mi dico. Ho gli occhi rovesciati in fuori e i battiti del cuore che volano. Ti cerco con lo sguardo e non ci sei più. Ora sei al mio posto, il pc davanti agli occhi.
Ora sei tu che devi guidare me e descrivere la mia esperienza di guida. Ma prima, devi creare la mia connessione. Poi, potrai finire di scrivere questa storia, mentre io, violino e curve, sarò finalmente in pista.

Testo di: Gianluca Vittori

Foto: ©Matteo Marinelli – ©Scilla Nascimbene

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