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TUNISIA OTTOBRE 2024 – INSEGUEDO I MIRAGGI

by HERERO EXPEDITION

Tunisia ottobre 2024: in ogni viaggio ci diamo una meta, un punto nel cuore del deserto. In ogni viaggio immaginiamo quello che ci aspetterà al nostro arrivo, una vista particolare, un qualcosa che ci attrarrà o ci lascerà quella piacevole sensazione, quella immancabile soddisfazione. Io l’ho avuta ancor prima di incontrare la sabbia, percorrendo quei meravigliosi ed emozionanti 47 chilometri.

Vista del Chott el-Jerid

UN VIAGGIO DIVERSO

È passato un anno esatto dal nostro primo viaggio alla scoperta del deserto tunisino e solo sei mesi dall’ultimo; nei primi due viaggi abbiamo iniziato a capire come muoverci e ci sono serviti soprattuto a capire come ottimizzare le performance e gli spazzi del nostro veicolo. Un lavoro sul campo che ci permette di collaudare nuovi prodotti destinati a questo utilizzo, che possono creare ulteriore confort e praticità nel viaggio.

Iniziamo anche a capire come muoverci in questo territorio e a come iniziare a prendere i nostri punti di riferimento. Vediamo dei piccoli cambiamenti lungo le strade, nei paesini o nei villaggi che attraversiamo, tutto inizia a diventare un po’ più familiare, a partire dalle guide locali che ci accolgono con grande ospitalità e un gentile entusiasmo.

Questa volta il nostro itinerario ci ha condotto in luoghi nuovi e per alcuni versi inaspettati, ma ovviamente l’obiettivo rimane sempre quello, attraversare un angolo di questo mare di sabbia e affrontare nuove emozioni.

Tunisia ottobre 2024

Usciti da Tunisi, il convoglio si è diretto in direzione Tozeur per la notte. Dopo un’abbondante colazione ci mettiamo di nuovo in marcia per raggiungere le Oasi di Montagna, dove parcheggiati i veicoli abbiamo avuto la possibilità di addentrarci nel Tamaghza Canyons, in una profonda fenditura creata in millenni dall’erosione dell’acqua. L’abbiamo risalita in un percorso ad anello che alla fine ci ha condotto ai piedi di una piccola, ma deliziosa cascata. Lungo il percorso siamo stati accompagnati da una guida che ci ha spiegato la formazione geologica del canyon e del centenario e del lussureggiante palmeto, una verde radura incastonata nel tipico giallo ocra del montuoso deserto.

Direzione Douz. I piani iniziali sarebbero stati quelli di attraversare le piste del Chott el-Jerid, ma la natura ci ha sorpresi nuovamente. Le impreviste e abbondanti piogge delle settimane precedenti hanno permesso al bacino del Chott di riempirsi d’acqua obbligandoci a percorrere la statale P16 che lo attraversa. Pur essendo su asfalto la vista era impagabile e da ambo i lati, per circa 47 chilometri, eravamo avvolti dal cielo come se viaggiassimo su uno specchio. Lingue di sabbia e sale emergevano, creando un quadro in continua mutazione, e in lontanaza siamo riusciti a scorgere per la prima volta i miraggi, che da queste parti chiamano i trenini di Tozeur, perchè creano questo effetto visivo di un piccolo convoglio ferroviario.

SAHARA

Giunti a Douz, ultima possibilità di rifornirci prima di addentrarci nel Sahara, per ascoltare il breafing di Fabio (SEALAND ADVENTURE) per tutte le dritte per la guida su sabbia e ripartire con l’ago della bussola rivolta a sud in direzione del Tembaine (che abbiamo avuto modo di visitare lo scorso aprile e godere della vista dalla sua cima). Giunti qui a poche ore  dal tramonto abbiamo avuto solo il tempo di bere un buon caffè e riprendere la marcia per il primo campo, accendere un bel fuoco e vedere Amour e Saber preparare il pane secondo la tradizione, e perchè no, preparare delle caldarroste.

I giorni a seguire li abbiamo passati tra la sabbia per cercare il divertimento tanto atteso. Tra le dune e le alte e sinuose creste che abbiamo conquistato con non poche difficolta, tra qualche imprevisto meccanico e qualche inevitabile insabbiamento della carovana. Seguiamo le rotte che abbiamo iniziato ad imparare, che ci riportano ai ricordi degli scorsi viaggi, nuove risate e discorsi fatti davanti al fuoco tra amici e tra viaggiatori.

Quando si rientra le emozioni sono contrastanti. Una parte di noi vorrebbe continuare verso nuove direzioni, l’altra parte più razionale ci vuole riportare più semplicemente verso una doccia calda per levarci la sabbia di dosso, ma sopratutto per tornare a casa!

CHENINI

Di nuovo in marcia per le ultime tappe del nostro viaggio, lasciamo l’oasi di Ksar Ghilane e con essa il deserto. Direzione nord-est. Tra un mix di asfalto e piste poco battute, ci ha condotto a Chenini, una perla perfettamente mimetizzata in cima a due promontori, ricca di storia e leggende.

La Chenini antica fu eretta nel XII secolo come villaggio/granaio fortificato tra due picchi, per difenrsi e difendere il prezioso grano dagli attacchi dei predoni, con la particolarità che ancora oggi alcune strutture vengono ancora utilizzate per immagazinare questo bene prezioso e per servire la popolazione della valle sottostante. A Chenini si trova anche la meravigliosa Moschea dei Sette Dormienti, incastonata tra i due picchi e a poco sotto nella valle si vede il cimitero berbero. La moschea è dedicata a sette cristiani di Efeso, martirizzati proprio in questo luogo e divenuti poi santi dell’Islam e protagonisti di molti racconti islamici e ricordati anche nel Corano.

La moschea è anche il punto migliore dal quale godere della vista sulla valle, in realtà quella che oggi chiamiamo valle è il fondale di un atico mare, del quale restano i segni indelebili dell’erosione causata dall’acqua. L’ultima curiosità su Chenini riguarda la sua morfologia vista da un particolare punto che rispecchia la siluette di un cammello (2 gobbe) accovacciato con la testa che punta esattamente nella direzione della Mecca.

ULTIMA TAPPA E ULTIMA CURIOSITÀ

Lasciamo Chenini alla volta di Matmata per rilassarci l’ultima sera in un albergo in stile Troglodita scavato nella roccia nel quale piace tornarci se l’itinerario ci porta in zona. La mattina partiamo di buon ora per tornare a Tunisi, tra i tornanti che risaliamo velocente in cima ad una collina non possiamo non vedere un Tataouinea hannibalis (la riproduzione a grandezza naturale), ossia un sauropode risalente a 110 milioni di anni fa nel Cretaceo Inferiore, i cui resti sono stati rinvenuti ai piedi di quella cima nel 2011, ma classificati e certificati più tardi nel 2015.

La nave lentamente ci riporta verso casa con una nuova esperienza da custodire e una nuova avventura da raccontare, non so dove il prossimo viaggio ci porterà, ma sicuramente ci arricchirà nella esperienza e nelle cose che potremo osservare. Magari sarà Tunisia ottobre 2025!

Testo/Foto: ©Matteo Marinelli

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Ringraziamo i Tour Operator per la logistica e l’assistenza nei percorsi:

 

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L’umana Narrazione

C’è un filo sottile che divide l’evoluzione dall’involuzione umana. Non possiamo sapere con certezza la futura destinazione dell’uomo e come fare la scelta giusta, come raccontava Spike Lee nel 1989, ma siamo certi di poter dire che i “sistemi informatici intelligenti” dovranno sempre essere al servizio dell’uomo e non il contrario.

“Le forme primitive di intelligenza artificiale che abbiamo già sono state molto utili. Ma credo che lo sviluppo di un’intelligenza artificiale completa potrebbe mettere fine al genere umano”

Stephen Hawking, astrofisico.

Non siamo contro lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma tendiamo a dare importanza alle persone e al talento, che da millenni creano cose meravigliose. Per questo abbiamo selezionato alcune parole chiave, che possono dare meglio l’idea di ciò che intendiamo quando parliamo di narrazione umana. Read more “L’umana Narrazione”

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Valerio Boni

Quest’anno si scia su asfalto: La storia di un nuovo record.

Valerio Boni è un giornalista di Due Ruote e, come abbiamo avuto modo di constatare spesso nel recente passato, è un uomo che non va d’accordo con la noia. Così, mettendosi a studiare le prove presenti sul Guinness World Record nel database del sito omonimo, trova un altro record da superare: un’altra sfida da affrontare.

Valerio Boni

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TERMINILLO – AMATRICE EXPEDITION

by HERERO EXPEDITION

Terminillo – Amatrice Expedition 2022 – Continuano i viaggi attraverso il nostro stivale; dopo aver esplorato la Liguria un mesetto fa, ci spostiamo più a sud alla scoperta del Lazio, valicando il Terminillo e lambendo le vicine Umbria e Abruzzo, alla continua ricerca di paesaggi mozzafiato da esplorare a bordo dei nostri amati fuoristrada. Ogni viaggio è una storia da raccontare e anche questa volta, inaspettatamente, è arrivata dal cielo, ma per scoprirla dovete arrivare in fondo.

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LUNIGIANA OFF-ROAD TOUR

by HERERO EXPEDITION

Lunigiana Off-Road Tour 2022 –  È dalla Liguria che parte il primo Tour dell’anno, precisamente da Sarzana. Quello che scoprirete non è solo un semplice Tour, ma un piccolo viaggio alla scoperta di luoghi unici che caratterizzano il nostro paese. E cosa c’è di meglio del fuoristrada per raggiungere queste mete, lontani dal traffico, immersi nella natura tra il mare e le Alpi Apuane.

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VALERIO BONI – 751 KM IN 1236 GIRI DI…

GUINNESS WORLD RECORD

Testo/Foto: ©Matteo Marinelli

VALERIO BONI – 751 KM 488 METRI E 86.400 SECONDI PER PENSARE E RESISTERE. Cosa si può fare in 24 ore per battere un primato mondiale? Ah si, si può salire su una MINIMOTO e cercare di percorrere più chilometri possibili. Una sfida, un sogno che Valerio Boni ha voluto realizzare.

VALERIO BONI - 751 KM IN 1236 GIRI DI PISTA GUINNESS WORLD RECORD
VALERIO BONI – 751 KM IN 1236 GIRI DI PISTA GUINNESS WORLD RECORD

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Ma il vecchio Defender odia il suo successore?

San Francisco è teatro di un futuro post apocalittico dove gli Uomini Nuovi hanno preso il potere. Il nuovo Partito sale rapidamente al Governo, con un programma politico mirato a migliorare lo stile di vita, rendendolo inattaccabile da qualsiasi minaccia. Questo sistema, attraverso l’uso di un’intelligenza superiore costituita dalle Menti Illuminate, a disposizione del Partito, attecchisce rapidamente.

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PELLE DI PIETRA – LAND ROVER EXPERIENCE ITALIA –…

Sculture naturali di rocce granitiche modellate dal maestrale ci accolgono al nostro arrivo in Gallura, spuntando dalla macchia mediterranea provata dalla siccità. Muraglie di fichi d’India costeggiano il nastro d’asfalto, in un’orda disordinata di pale, spine e fiori di un giallo denso, come l’aria calda che si respira in questa terra a tratti primordiale, ma dal fascino insistente, nel suo lento scivolare di montagne che si gettano nell’acqua, tra creste nervose di schiuma, avanzando in un mare azzurro mescolato a un turchese che ubriaca lo sguardo.

Dentro a quelle montagne scabre, quasi afgane, irte di nuraghe e pastori ostinati, abita la sostanza di un territorio in parte sconosciuto.

“Nell’aria c’è l’odore del sole, di fuoco puro e di pietra secca. Ma di brughiera anche. E di spoglie di serpi. Odore di Sardegna”.

(Ettore Vittorini. Sardegna come un’infanzia)

LAND ROVER EXPERIENCE – TOUR SARDEGNA. 23 – 28 luglio 2020

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Reportage

LA PORTA GIUSTA DA APRIRE

Mi ricordo di aver letto su un libro che tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole porte e da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse filtrano appena e che solo l’amore può spalancare tutte le porte di colpo, come una raffica di vento.

Lo scrive nonna Olga alla sua nipotina in “Va’ dove ti porta il cuore”.

Le confida anche una cosa curiosa e cioè che perdere tempo non sia un fatto per niente grave, poiché “la vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro”. Read more “LA PORTA GIUSTA DA APRIRE”